I migliori vini dal Sudafrica

Collezione: Vini dal Sudafrica

Il vino in Sudafrica, le origini 

La storia enologica in Sudafrica ha inizio con l’arrivo dall’Europa dei primissimi coloni, verso la metà del ‘600. 

A quel tempo il giovane chirurgo olandese Jan van Riebeek (divenuto poi Governatore) intuì la necessità di fare trovare vino e distillati agli equipaggi della Compagnia delle Indie Olandesi, in sosta a Capo di Buona Speranza ed in rotta verso l'estremo oriente. Fece così arrivare alcune viti di Chenin Blanc dalla Francia e di Moscato da Alessandria (Italia) e, dopo diversi tentativi, nel 1659 fece registrare la prima produzione di vino in Sudafrica. Nel suo diario alla data del 2 febbraio 1659 si trova scritto: “…. oggi, sia lodato il Signore, per la prima volta abbiamo fatto vino con le uve del Capo”.

Il successivo Governatore, Simon Van der Stel, giunse in Sudafrica nel 1679 e poco dopo fondò a Constantia (a Stellenbosch - Cape Town) la prestigiosissima cantina Klein Constantia. Dopo la revoca dell'Editto di Nantes (1685), arrivarono a Città del Capo circa 200 rifugiati ugonotti Francesi protestanti, in fuga dalle persecuzioni religiose nel loro Paese. Questi portarono a Constantia tutta la loro esperienza delle pratiche enologiche. Fu così che quei vini diventarono gli unici del cosiddetto “Nuovo Mondo” a sfidare i vini prodotti in Europa, e restarono i preferiti per molti anni dalle Corti Reali. Lo stesso Napoleone, in esilio all'isola di Sant'Elena, ordinava i vini di Constantia.

I vini sudafricani oggi 

Attualmente le uve coltivate nel Paese sono quasi tutte di origine Francese, mentre locale è il Pinotage, un incrocio fra Pinot Nero ed Hermitage (termine con cui era conosciuto il vitigno Cinsaut). Il vitigno fu creato nel 1925 nella Facoltà di Enologia di Stellenbosch e la popolarità di quest'uva è oggi un innegabile segno di riconoscimento e distinzione del Sudafrica. La zona più importante per la produzione di Pinotage è quella che coincide con le origini enologiche del Sudafrica: la parte del Capo di Buona Speranza, la cui latitudine corrisponde, dall’altra parte dell’Equatore, a quella di Tripoli.

I vitigni bianchi più coltivati in Sudafrica sono Chenin Blanc, conosciuto localmente come Steen, Chardonnay ed Sauvignon Blanc. 

Tra i vitigni rossi si distinguono, oltre al Pinotage, Cabernet Sauvignon, Merlot e Syrah, che in Sudafrica è chiamato Shiraz. 

La Biodiversity & Wine Initiative (BWI) è un progetto nato nel 2004 in Sudafrica per promuovere la conservazione della biodiversità all'interno delle aree vinicole. Questa iniziativa, sposata da tutte le cantine con cui collaboriamo, mira a proteggere gli ecosistemi naturali del Cape Floral Kingdom, una delle aree di maggiore biodiversità al mondo, che ospita una ricca varietà di piante, animali e habitat unici. Le aziende vinicole che aderiscono al BWI si impegnano a ridurre l'impatto ambientale delle loro pratiche agricole, mantenendo aree di riserva naturale all'interno dei propri terreni. 

La certificazione WO (Wine of Origin) del Sudafrica garantisce l'origine geografica del vino e la qualità. Introdotta nel 1973, certifica che almeno il 100% delle uve proviene da una specifica area geografica, come unità geografiche (es. Western Cape), regioni (es. Coastal Region), distretti (es. Stellenbosch) o ward, zone più piccole. Se indicato in etichetta, come nel caso di tutti i vini che selezioniamo e proponiamo, almeno l'85% del vino deve provenire dal vitigno o dall'annata specificati. La certificazione WO è simile ai sistemi europei come il DOC italiano, offrendo una garanzia di tracciabilità e qualità.

1 su 3